mercoledì 28 marzo 2018

Focus Francia. Arnaud Beltrame, patriota europeo e cattolico tradizionalista (di E.Nistri)

L’ennesimo crimine del fondamentalismo islamico in Francia suscita diverse considerazioni. La prima è il fatto che l’opinione pubblica europea si sta abituando a questo “terrorismo in franchising” che colpisce a intermittenza e almeno all’apparenza senza una logica preordinata. È finita da tempo l’era delle fiaccolate in favore di Charlie Hebdo e della libertà di fare satira (magari anche di cattivo gusto, come emerso dopo il terremoto ad Amatrice). Certo, le vittime della strage di Carcassonne e di Trèbes sono state per fortuna meno numerose che in altre occasioni, ma resta il fatto che l’Europa si sta assuefacendo all’idea che sia una cosa normale finire schiacciati sotto una macchina o sgozzati ad opera di fanatici. Ci può essere del buono in questa mitridatizzazione di fronte al pericolo: l’angoscia non può paralizzare la vita di una nazione. Ma al tempo stesso sussiste il rischio di una sottovalutazione dei rischi sottesi al fenomeno migratorio e all’applicazione del principio dello jus soli.
L’ultimo terrorista islamista di Cacassonne
Il terrorista di Carcassonne era un marocchino cui era stata concessa la cittadinanza francese, che aveva convertito al fanatismo islamico una ragazza francese, che viveva di espedienti ma si trovava a piede libero. Anche se ha agito da solo, non era un isolato: nel quartiere dove viveva le troupestelevisive recatesi dopo il delitto sono state minacciate e aggredite da giovani magrebini e l’ex sindaco di Carcassonne, un socialista, ha auspicato che non sia sepolto nel territorio cittadino, per evitare il rischio di pellegrinaggi. Il criminale ha sgozzato il tenente colonnello Arnaud Beltrame (pugnalato al collo, nell’eufemistico linguaggio degli inquirenti), con un rituale ricco di significati nella subcultura del fanatismo islamico.
Arnaud Beltrame, patriota europeo
Proprio la figura di Beltrame, offertosi in ostaggio al posto di  una donna nel supermercato della strage, merita una riflessione che trascende l’effimera esaltazione retorica. Classe 1973, l’ufficiale apparteneva a una generazione cresciuta all’insegna della celebre frase di Brecht “beati i popoli che non hanno bisogno di eroi”: affermazione lapalassiana che però, decontestualizzata, è stata utilizzata come strumento di propaganda antimilitarista. Per fortuna non l’ha mai presa sul serio: lo dimostra la sua carriera, dal liceo militare di Saint-Cyr a un reggimento di artiglieria, dalla partecipazione alle missioni di pace all’ingresso nella Gendarmerie. Il suo ultimo gesto non è il riscatto, ma il compimento di una vita e ha ottenuto un plauso unanime, o meglio quasi unanime, visti i commenti deliranti di un esponente di “La France Insoumise”, per altro subito tacitato dai suoi compagni, che si è scagliato contro i “lèches-culs qui chougnent  sur la mort d’un colonel de gendarmerie”. Il suo gesto ricorda quello di Salvo D’Acquisto più di quanto potrebbe sembrare, e non solo perché la Gendarmerie è l’equivalente francese dell’Arma. Se l’eroico vicebrigadiere italiano si sacrificò per salvare dei civili dalla rappresaglia di un esercito di occupazione inferocito dal nostro voltafaccia dell’Otto settembre, il tenente colonnello francese è morto per salvare i connazionali dalla ferocia di quella che potrebbe essere l’avanguardia di  un esercito di occupazione ancora più spietato.
Un combattente cattolico
C’è tuttavia un altro aspetto della figura di Arnaud Beltrame su cui è doveroso soffermarsi: il suo spessore etico-religioso. Il colonnello proveniva da una famiglia laica che non l’aveva nemmeno fatto passare a Comunione, era sposato civilmente (in Francia, però, non esiste l’istituto del matrimonio concordatario e le due cerimonie avvengono separatamente), era stato affiliato alla massoneria, che ha rivendicato la sua appartenenza alla “Respectable Loge Jérôme Bonaparte de Rueil-Nanterre”. Il quotidiano cattolico “La Croix” ha però precisato come negli ultimi anni ne avesse preso le distanze, intraprendendo un percorso diverso, e ha parlato senza precisare la fonte di persone “a lui vicine”. Forse, l’unica testimonianza certa, se non fosse vincolata al segreto del confessionale, sarebbe quella del sacerdote che negli ultimi anni era divenuto suo direttore spirituale: padre Jean-Baptiste, canonico dell’abbazia di Lagrasse. Con lui Beltrame aveva intrapreso un percorso di avvicinamento alla fede, cominciato quasi casualmente con una visita al monastero. La lettera in cui il sacerdote rievoca il suo rapporto col tenente colonnello e la moglie, le sue visite all’abbazia, il lungo itinerario di preparazione al matrimonio religioso, la cui celebrazione era prevista per il 9 giugno, è facilmente rintracciabile su vari siti cattolici, fra cui Stilum Curiae, il blog dell’ex vaticanista della “Stampa” Marco Tosatti.
C’è tuttavia un altro illuminante dettaglio nella conversione religiosa del tenente colonnello. Quella di Lagrasse non è un’abbazia qualsiasi. I canonici della Mère de Dieu, che la amministrano dal 2004, appartengono a quell’arcipelago di comunità religiose tradizionaliste che hanno ottenuto, grazie al motu proprio Ecclesia Dei, voluto da Giovanni Paolo II, il permesso di celebrare la liturgia utilizzando ancora il messale del 1962; in altri termini, come si dice semplificando, “dicono la messa in latino”, espressione impropria perché l’odierna messa in volgare non è la semplice traduzione del vecchio messale di San Pio V, ma ha conosciuto considerevoli mutamenti anche di contenuto.
Questioni liturgiche a parte, è interessante notare come l’eroico tenente colonnello non sia stato attratto da un cristianesimo conciliare e conciliante, il cristianesimo che sta riabilitando la teologia della liberazione affiancandole magari la teologia dell’immigrazione. Ad affascinarlo è stato un cattolicesimo virile e tradizionalista, quasi “templare”: il suo era il Cristo delle cattedrali, non quello dei presepi multietnici o Lgtb. Anche il suo sacrificio può essere letto in questa chiave. Certo, anche senza conversione, un alto senso del dovere associato all’etica laica della République avrebbero potuto indurre Beltrame alla stessa scelta, ma non è da escludere che la conversione e la conseguente fede in una vita ultraterrena abbiano contribuito a infondere in lui quel supplemento d’anima, quella virgola di eroica follia indispensabili per affrontare a viso aperto una morte quasi certa. Del resto, anche Salvo D’Acquisto era uno spirito profondamente religioso ed è stato avviato per lui un processo di canonizzazione, che l’ha proclamato “servo di Dio”. Oggi c’è chi auspica che la Chiesa riconosca le virtù eroiche del tenente colonnello Arnaud Beltrame, morto per una Francia che credeva di non avere più bisogno di eroi. E che anche per questo oggi si trova ad averne un disperato bisogno.

martedì 13 marzo 2018

ETSIAM OMNES EGO NON (di Ascanio Ruschi)


Splende il sole sulla fortezza di Civitella del Tronto, ultimo baluardo militare del Regno delle Due Sicilie.
Splende il sole sulle facce sorridenti dei molti giovani (e non) che venerdì scorso, 9 marzo, sono giunti da ogni parte della penisola per ricordare i difensori della “Fedelissima”, che resistettero per duecento giorni (8 settembre 1860 – 20 marzo 1861) all’assedio delle truppe piemontesi, alle quali si arresero tre giorni dopo la proclamazione dell'Unità d'Italia.
E per tre giorni ci siamo stretti, in preghiera – con la celebrazione della S. Messa di sempre - all’ombra della fortezza di Civitella, ove sventolava fiero il bianco vessillo borbonico, per ricordare che il sacrificio di quei difensori non fu vano.
Sono stati giorni di preghiera, di riflessione, ma anche di risate e di brindisi.
Di abbracci con i vecchi e i nuovi amici, che entusiasti ci hanno ringraziato (ma non a noi è dovuto il ringraziamento!) ripromettendosi di ritornare a Civitella il prossimo anno.
Sono state notti passate a chiacchierare di storia e filosofia, e a cantare le gesta di cavalieri e briganti. Notti di preghiera, con la via crucis per le strette vie del paese, fiocamente illuminate dai vecchi lampioni e dalle candele della processione, ma riscaldate dal canto virile del Salve Regina.
Sono stati tre giorni intensi, di conferenze di altissimo livello, ricche di riflessioni sul passato e di preziose indicazioni per il futuro. Di libri venduti (a decine!) e di nuovi progetti per gli anni a venire.
Tre giorni volati via con la stessa velocità di un battito d’ali. Tre giorni di cameratismo, il cui ricordo, son sicuro, è indelebilmente scolpito nel cuore di ogni partecipante.
E sono tanti (quasi un centinaio) coloro che dal venerdì alla domenica hanno voluto testimoniare la fedeltà ai valori immortali della Tradizione, alla S. Messa di sempre, nonché ricordare coloro che resistettero sulla fortezza (ma anche nei villaggi e nei boschi degli Abruzzi, nei quali si nascondevano i briganti) fino all’estremo sacrificio.
Per loro abbiamo pregato e brindato; in loro ricordo ci siamo inerpicati verso la rocca, recitando il S. Rosario, per poi innalzare il vessillo del Regno delle Due Sicilie al canto di “Cristus Vincit”.
E proprio l’ultimo giorno, la domenica, al momento dell’ascensione alla fortezza, una lieve pioggia ha voluto bagnare i nostri passi e i nostri volti, quasi a voler piangere quei soldati sconosciuti che, spes contra spem, hanno combattuto per il Trono e per l’Altare.
A loro, eroici difensori di un mondo che andava scomparendo, vanno le nostre preghiere e la nostra imperitura riconoscenza, consapevoli che il loro lascito è prima di tutto spirituale.
Come loro, siamo oggi chiamati a combattere la Buona Battaglia, che prima di tutto è una battaglia spirituale (chissà ancora per quanto…). Per questo, siamo sicuri, anche nei prossimi anni ci ritroveremo a Civitella del Tronto, per gridare con forza, dai bastioni della rocca

ETSIAM OMNES, EGO NON!

Ascanio Ruschi

lunedì 12 marzo 2018

Bilancio del XXXI Convegno della Tradizione

"Altri combattono e muoiono per una conquista, una terra, un'idea di gloria, per un convincimento magari o un ideale, ma noi moriamo per una cosa di cuore: la bellezza.
Qui non c'è vanità, non c'è successo, non c'è ambizione. Noi moriamo per essere uomini ancora. Uomini che la violenza e l'illusione non li piega e che servono la fedeltà,l'onore, la bandiera e la Monarchia, perché son padroni di sé e servitori di Dio"
Carlo Alianello, "L'Alfiere" 

Ricorderanno gli amici che da innumerevoli anni seguono i nostri Incontri della Tradizione della "Fedelissima" Civitella del Tronto la storia degli ultimi giorni della Fortezza assalita dall'esercito invasore dei piemontesi tricolorati: solo il gesto vile del Comandante Ascione che si vendette ai nemici e aprì, nottetempo, le porte della Cittadella rese possibile l'espugnazione della medesima e il massacro degli eroici difensori della Rocca con in testa il Maggiore Messinelli, Sopito di Bonaventura e il francescano p. Leonardo Zilli da Campotosto che furono fucilati venduti - scrive Giacinto De Sivo - "come Cristo da Giuda , per trenta miseri denari "
Gli ultimi mesi che hanno preceduto il XXXI Incontro della Tradizione della "Fedelissima" Civitella del Tronto sono stati per me una sorta di "Calvario" non tanto per il tradimento di un amico (che credevo) fraterno - ai tradimenti ormai ci sono abituato - ma perché quell'ex amico (che io non intendo più nominare) ebbe l'ardire di telefonarmi, alla vigilia del Convegno, invitandomi a mettermi contro la Tradizione e addirittura a "rinnegare" la "mia" Civitella come lui ha fatto. Tradire gl'incontri della Tradizione Cattolica, tradire gli amici fedeli al nostro mondo, tradire me stesso, tradire quello in cui ho creduto e in cui credo tuttavia, quello che ho amato e tuttavia amo. Come se il vile Ascione avesse chiamato, alla vigilia del tradimento, il Maggiore Messinelli, Sopito di Bonaventura e padre Leonardo Zilli, invitandoli a disertare...
Nonostante la bontà dei tre personaggi il Giuda sarebbe stato fucilato per alto tradimento se prima i difensori della Rocca non lo avessero linciato.

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Nonostante gli alberghi di Civitella e dei dintorni fossero tutti al completo, nonostante le molte telefonate giunte... ero in ansia alla vigilia di questo Convegno... all'ansia si univa l'amarezza per quanto ho detto sopra.
Ma già all'arrivo nella piazza della "Fedelissima" ansia e amarezza sono svanite... ed è svanito anche il mio risentimento per quell'ex amico il cui nome non nominerò mai più perché, come avevamo scritto nella presentazione del nostro programma: "I Convegni di Civitella hanno come costante la lettura della Storia alla luce della Rivelazione Divina e la consonanza con coloro che della Tradizione sono stati e sono alfieri fedeli a cominciare in campo ecclesiale dalla Fraternità San Pio X"  per cui, come prevedibile "Nel corso degli anni molti amici si sono uniti a noi, altri hanno compiuto brevi passaggi per approdare ad altri lidi. Ringraziamo la Divina Provvidenza per i primi e stendiamo un velo pietoso sui secondi".
Dunque stendo un velo pietoso sul "traditore" e stendo un velo pietoso su tutti i traditori della Santa Tradizione, su quei falsi tradizionalisti che pensano di "far pari" con tutti calandosi le brache diu giorno e facendo i "duri e puri di notte"... avendo in cambio dal potere (ecclesiastico e civile) - la facoltà di creare "riserve indiane" dove - come un tempo i pellerossa - venir rinchiusi... con la concessione, ogni tanto, di indossare i loro "antichi vestiti", un tempo fatti di lustrini e diademi, oggi di... trine e merletti, musichine settecentesche, riverenze, confetti, alchermes, con cipria  saponette "Cadum" profumate... 
Ecco al nostro arrivo il giovane civitellese Daniele D'Emidio già sul posto a far gli "onori di casa" e poi, ad uno ad uno, da ogni parte d'Italia, arrivano i convegnisti e, a sera, con l'Onorevole Fabrizio Di Stefano, colonna del Convegno, facciamo già la "conta": almeno cento persone sistemate nei vari alberghi e accolte tutte con calore da Ascanio Ruschi, anima della Tradizione, nobile di origine e di cuore : ecco Massimo de Leonardis uno dei fondatori dei Convegni civitellesi e dell'ANTI 89, Rodolfo de Mattei, Patrizia Fermani, Massimo Viglione,  l'editore Marco Solfanelli al quale tanto deve la Tradizione cattolica, quindi Virginia Coda Nunziante, la Presidente della Marcia per la Vita, giunta per presentare l'ottava edizione di questa marcia "pro life" del 19 maggio (sabato) a Roma e alla quale ci ritroveremo, tutti... giungono da Napoli due vecchi e cari amici, il Magistrato Alfonso D'Avino e il Professor Enzo Gallo da sempre in prima linea in difesa della Fede e della Dottrina di sempre e poi i giovani romani con Alessandro Elia e la foltissima delegazione Toscana,  formata da trenta ragazzi e ragazze, capeggiata da Cosimo Zecchi e dall'effervescente Lorenzo Gasperini che ha compreso, meglio di ogni altro, lo "spirito" di Civitella; i giovani e non più giovani del Lombardo veneto, con Stefano Colombo e Beghin... vengono da Milano,  Vicenza e Verona; quelli di di Rimini con Francesco Tosi, il "mago" della comunicazione (insieme ad Andrea Asciuti che ha fatto una serie di stupende fotografie), i giovani della "Valvibrata" con l'entusiasta Emanuel Silvestri che fu con noi, all'Alzabandiera sulla Rocca, insieme a tutta la sua classe e al professor Cerreta cinque anni orsono, a pochi giorni della "Maturità classica " ; ecco lo storico Fulvio Izzo che mi promette un suo articolo "revisionista" sul così detto Risorgimento per il prossimo numero di "Controrivoluzione", Cesaremaria Glori, amico fedele, da buon Tenente Alpino, era già lì, da due giorni, a "presidiare" il posto... insieme ad altri cari amici provenienti dal Molise, dalla Puglia, dalla Val d'Aosta, dalla Liguria e dall'Emilia.
Giunge da Albano Laziale don Mauro Tranquillo, il Cappellano dell'ANTI 89, succeduto all'indimenticabile don Giorgio Maffei che fu a Civitella fino a pochi giorni prima della sua morte e che resta nei nostri cuori. Don Mauro guiderà la stupenda "Via Crucis" coadiuvato dai tre chierichetti toscani : Fabio, Ivan e Alessandro. Sono sedicenni, i più giovani, che hanno esitato molto prima di decidersi a venire in Terra d'Abruzzo e, poi, alla fine, dei tre giorni mi dicono felici e contenti "Peccato...sono passati troppo in fretta queste stupende giornate" e, accanto a loro, con lo stesso spirito, il "decano" il Professor Carlo Regazzoni, un grande studioso, un personaggio affascinante, viene da Basilea con la propria Lancia,come ogni anno, e, al termine, gli ho detto: "Ora professore ripartirà per Basilea,piano piano..." e lui sorridendo mi ha risposto sicuro "No, no... forte forte... voglio arrivare a casa in nottata..." L'anno prossimo anche il professor Carlo Regazzoni sarà nel novero degli oratori. Don Mauro il venerdì pomeriggio celebra, di fronte a moltissimi fedeli, la S.Messa cattolica, la Messa in rito romano antico, la Messa di sempre e di tutti,  "ad memoriam" di Ornella Di Stefano, la cara mamma dell'Onorevole Fabrizio Di Stefano, scomparsa nel 2017, e, la mattina del sabato, alle ore 10 quella "ad memoriam" di Giorgio Cucentrentoli, scomparso recentemente, un fiorentino amante della tradizione autore anche di un libro assai interessante . "La difesa della 'Fedelissima' Civitella del Tronto"...e, poi, la mattina la S. Messa solenne "ad memoriam" di tutti i Martiri della Tradizione. Stupenda l'omelia di don Mauro, tante le confessioni e le Sante Comunioni....
Il Convegno di quest'anno - pubblicheremo di volta in volta tutti gli interessantissimi interventi su "Controrivoluzione" - aveva per titolo "1918 - 2018:  I tempi drammatici della storia" e infatti il 2018 è il centenario di un avvenimento epocale : la fine della Grande Guerra che segnò la scomparsa di gran parte di quanto restava dell'Europa tradizionale.A livello diverso è stato ricordato anche il cinquantesimo anniversario dell'enciclica "Humanae Vitae", il quarantesimo anniversario del crimine dell'aborto (bellissima, in proposito, la conferenza del prof. Roberto de Mattei che ripercorre la storia dei "referendum" sull'aborto (elencando anche i tradimenti di molti) che ha prodotto sei milioni di vittime; senza dimenticare il fenomeno grottesco ma gravido di conseguenze della contestazione sessantottarda; inoltre ricorre quest'anno il quarantennale dell'elevazione al Soglio Pontificio di Giovanni Paolo II, premessa di uno dei fattori del crollo dei regimi comunisti (quest'ultimo quarantennale verrà ricordato con un saggio della prof.ssa Cristina Siccardi su "Controrivoluzione").
Due le cartoline commemorative di Civitella un omaggio a Giovannino Guareschi (il "padre" di don Camillo e Peppone) nel cinquantenario della morte (+1968) e una dedicata al Maestro Giovanni Gasparro, un grandissimo pittore contemporaneo, con la riproduzione di una sua opera: "San Pio V e San Carlo Borromeo difendono il Cattolicesimo dall'Islam e dall'eresia protestante". Il Maestro Giovanni Gasparro, che è giunto insieme ad un altro illustre personaggio, l'architetto Andrea De Meo Arbore, ci ha onorato con la sua presenza per i tre giorni - ha servito la S.Messa a don Mauro Tranquillo - e ha presentato tre sue opere stupende che hanno destato in tutti i convegnisti ammirazione e consenso.
E poi, a sera, i canti della Tradizione guidati da Mario Di Felice, che parlano di "Falci e spade della Vandea" pronte alla battaglia, di Restaurazione, di fedeltà, onore, coraggio...parole sconosciute agli azzimati seguaci della falsa tradizione che sembra uscita dal cilindro di un pretigiatore democristiano....
Sulla Rocca la mattina, il sole è stato coperto da nere nubi e, sotto la pioggia, l'alzabandiera al Canto del Christus Vincit... mentre la bandiera candida con i Gigli dei Borboni si innalzava e garriva al lieve vento della incipiente primavera... le belle parole di Massimo de Leonardis e di Ascanio Ruschi e, poi, tutti nella chiesa di S. Jacopo per un "De profundis" davanti al sacello in cui sono conservati i resti dei soldati caduti nella difesa della "Fedelissima"-
Sì, ancora una volta tutti insieme in nome della Tradizione, quella Santa Tradizione che ancora - e la dimostrazione è il successo grande del nostro Convegno - riesce a sedurre gli animi dei giovani che hanno gridato in coro su quella piazza, piena di sangue e di gloria: "Viva Cristo Re - Viva la Tradizione - Viva Re Francesco (Dio guardi!)".

PUCCI CIPRIANI

giovedì 1 marzo 2018

DIAMO LO SFRATTO A RENZI E AL GOVERNO DELLA "MORTE" E DELL'INVASIONE ISLAMICA

Mancano pochi giorni al fatidico appuntamento elettorale di domenica 4 marzo e ci si appresta a votare mentre ancora, nonostante le promesse "a caldo" del parolaio Renzi e di tutta la sua banda governativa, nelle zone terremotate, ad Amatrice, a Norcia, a Camerino e in tutta la popolazione è sotto la neve: sono state consegnate solo poche case prefabbricate inagibili, senza riscaldamento. Nonostante la tenacia della popolazione la "ricostruzione" non avanza e, anzi, una burocrazia stupida, di stampo "sovietico" impedisce alla libera iniziativa di progredire e semmai manda la forza pubblica a cacciare di casa una povera vecchia che non vuol lasciare la sua terra, la terra nella quale è nata e vissuta.
Intanto, aiutati dalle ONG, che si son scoperte associazioni corrotte con gran parte del personale pedofilo, continuano in tutta Italia gli sbarchi (sono rallentati in periodo elettorale, ma continuano inesorabili) e, mentre i "caporioni" sinistrorsi dicono che così dovrà essere per effetto della globalizzazione e per volere dell'Europa dei banchieri, si apprende che questa fiumana di clandestini non fuggono da nessuna guerra e nemmeno da carestie... sono, detto con un nuovo vocabolo, che va ad alimentare il nuovo vocabolario orwelliano, politicamente corretto, "migranti climatici".
E le navi continuano a far sbarcare, insieme a molti "migranti climatici" e pochi "richiedenti asilo", una marea di "manodopera del crimine" che, poi, ritroveremo, a spacciar droga ai crocicchi delle strade e davanti (o dentro) alle scuole, a formare bande di piccoli e grandi delinquenti che durante la notte — e non soltanto durante la notte — in molti quartieri delle grandi città o dei piccoli paesi aggrediscono la gente, rubano, stuprano... forse pochi sanno che alcune linee ferroviarie hanno diminuito le corse e, addirittura, eliminato quelle notturne in quanto il personale non riesce a contenere le decine di aggressioni ai viaggiatori da parte di "bande" di immigrati, molto spesso sotto l'effetto della cocaina.
La gente che vive nei quartieri, ormai sotto il controllo delle mafie orientali o nigeriane, quando calano le prime ombre della sera, si chiude in casa, impaurita... la stessa paura che non abbandona i cittadini quando escono di casa con la paura di essere scippati, derubati, aggrediti.
A Macerata un gruppo di immigrati nigeriani, ha fatto a pezzi una povera ragazza, nascosta poi in due trolley, dopo che i "pezzi" erano stati lavati "con candeggina" per togliere le impronte. L'assassino è Innocent Oseghale (spacciatore con permesso di soggiorno scaduto, investiva gli introiti dello spaccio di droga nelle "corse dei cani") insieme a due complici Desmond Lucky e Lucky Awelima... ma guai a dirlo.
L'ordine di scuderia, eseguito diligentemente dai giornalisti — pennivendoli di regime, è quello di tacere o, al massimo, minimizzare: Pamela Mastropietro, ospite di una comunità, non è stata uccisa ma è morta — ben gli sta — per "overdose" e i poveri nigeriani, impauriti, l'hanno squartata soltanto perché, impauriti dallo Stato cattivo, volevano, innocentemente, liberarsi del corpo.
Poi un giovane psicopatico e, con in casa libri e bandiere naziste, inizia una "sparatoria" (fortunatamente senza vittime, ma facendo una diecina di feriti) per — dice lui — "vendicare la ragazza fatta a pezzi dagli spacciatori".
E allora ecco il pretesto. Si mobilitano in tutta Italia — guidati dall'ANPI e dai delinquenti dei Centri sociali — orde di capelluti nullafacenti che, in nome di un "risorgente Fascismo" (è risorto invece l'estremismo rosso), manifestano in tutta Italia attaccando, con bombe carta, molotov, sassi e spranghe, la Polizia e i Carabinieri, tra i quali si registrano molti feriti... episodi culminati nel tentativo di linciaggio, in parte riuscito, di un carabiniere, mentre in prima fila una "professoressa", a volto scoperto, invita ad ammazzare i poliziotti...
Nel nostro Paese ormai sono milioni le persone "sotto la soglia di povertà" mentre, in nome dell'Europa e di una cricca di Mondialisti (Bildberg, Trilaterale, ecc.) il Governo Monti finì per portare a compimento l'opera di Mortadella Prodi (che era entrato nell'euro) e fare dell'Italia un Paese a "sovranità limitata" ("Occorre cedere, ogni volta, un pezzo di 'sovranità nazionale' per rimanere in Europa"; così sentenziò l'economista in Loden) mettendo in atto una serie di tasse, balzelli, e leggi che favorivano e favoriscono tuttavia le Multinazionali del Mondialismo Massonico, le Banche e "uccidono" le piccole imprese (quello che un tempo si chiamava il "Popolo delle partite IVA”), sempre più tasse anche sulla casa che già, con le occupazioni e l'impunità per questo reato, fa sì che la proprietà privata non sia più un "sacro principio"... poi pensò la Fornero, con la sua legge infame e demenziale, a compiere l'opera togliendo i legittimi diritti ai lavoratori che, dopo quaranta anni, chiedevano di andare in pensione... tagliando e decurtando i già magri vitalizi dei pensionati ma senza toccare le "pensioni d'oro".
A tutto si aggiunga un'iniqua e insostenibile politica fiscale per cui il cittadino diventa una mucca da mungere... e quindi da abbattere. Ricordiamo quei dolorosissimi suicidi di persone disperate e "strozzate" dalle banche e dalle leggi montiane.
Poi l'Europa — questo immondo Moloc — che ti obbliga a prendere gl'immigrati e ti impone l'islamizzazione forzata della società e ti manda, in continuo, alcune "direttive" in cui invita (leggi impone, data la codardia e la viltà dei nostri governanti) a varare alcune leggi che prevedono ulteriori "sacrifici e sangue"...
A questo aggiungi i servizi che non funzionano... una scuola la cui distruzione iniziò nei lontani anni Settanta, con la riforma "scassatutto" della scuola media, voluta nel Sessantotto dalle sinistre e approvata, con l'acquiescenza vile della DC, che ha abolito ogni "meritocrazia", insomma la scuola dei Todos Caballeros, una scuola che ha perso ogni prestigio divenuta una sorta di "diplomificio"... mentre la mammana Bonino, quella che si è vantata di aver fatto oltre 10.000 aborti con una pompa di bicicletta, questa strega in turbante guru dei "poteri forti" delle élite europee parla già di abolire il Liceo Classico e, seppur ancora fuori dal Parlamento, sentenzia sull'inutilità delle materie letterarie per poter "cancellare il pensiero" una volta per tutte e creare un avvenire tutto digitale... meno latinisti e più "robotica".
Ma soltanto pochi toccano la parte più dolente di questa società che, in questi cinque anni di disastrosa dittatura laicistica-renziana, ha, addirittura, subito un mutamento antropologico, con l'introduzione del divorzio breve, del matrimonio pederastico, della diffusione della deroga, praticamente libera, dopo che si accetta la "modica quantità", dell'eutanasia "nascosta" e, infine, dell'aberrazione dell'introduzione del gender nelle scuole: ovverosia non esistono più i due sessi, il maschile e la femminile, come ci ha insegnato la Genesi, ma un ventaglio LGTB (lesbiche - gay - trans - bisex) per cui nelle scuole vengono mandati "esperti" (sic) — e la Fedeli sulla scia della Fornero è una sostenitrice, oltre che della scuola asinina, del gender — che insegnano ai ragazzi che non si nasce maschi o femmine ma... ciascuno sceglierà, a tempo e comodo, se essere un uomo, una donna, un transessuale, un finoc... pardon un gay. E, conseguentemente, l'educazione (si fa per dire!) nelle scuole andrà in questo senso "invertito": poi c'è l'utero in affitto richiesto a gran voce dall'italico femminismo rosso... e naturalmente l'affido dei minori a coppie omosessuali. In tante scuole hanno precorso i tempi ed hanno vietato i nomi "papà" e mamma...
E mentre dall'introduzione della criminale legge sull'aborto (1978) ad oggi si sono avuti milioni di aborti, mentre le persone anziane vengono messe in ospizi-lager, mentre un Ministro della Repubblica "Padoan" afferma spudoratamente che i conti sono al lumicino per colpa degli anziani che vivono troppo a lungo (e quindi BENVENUTA EUTANASIA), il Partito Forza Italia, invece di pensare ai bambini tracimati giornalmente nei mattatoi ospedalieri, scopre l'animalismo e incarica la Michela Brambilla (quella che, in diretta televisiva, leva la cispa ai cani e alle tigri) di fondare un partito per salvare "gli agnellini" (altro che i bambini che costan troppo e... rompono i maroni) mentre Berlusconi, il puttaniere massone di Arcore, in un prato verde, con la rossa Brambilla e la Pascale, fa da sponsor agli "animali" e agli "animalisti" allattando col biberon un agnellino... come, poi, farà anche la Boldrini...

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Questa, amici lettori, la situazione tragica dell'Italia. Dunque domenica andremo a depositare il nostro voto nell'urna e inutile sarebbe farsi prendere dalla "disperazione" (tanto non c'è niente da fare!) o da un idiota ottimismo (tanto lo "Stellone" d'Italia aggiusterà tutto!). L'uomo della Tradizione sta con i piedi per terra e si pone la domanda: cosa fare, in concreto, per arginare la situazione?
Innanzi tutto punire i colpevoli del disastro e cercare di vincere la competizione (nonostante una legge elettorale macchinosa e demenziale). Nessun partito, nessuna forza politica, in questo parlamento e in quello a venire, rappresenta i nostri ideali, ma sarebbe sbagliato rinunciare alla battaglia. I responsabili del disastro sono innanzi tutto i partiti della Sinistra, da quella renziana, ai duri e puri di LEU, dal socialismo e ambientalismo alla fogna radicale (Emma Bonino delle Pompe da bicicletta, Della Vedova — l'ex sodale di Gianfranco Fini — Cappato e altri personaggi da voltastomaco)... poi ci sono i Quisling (e sono un po' in tutti i partiti) che non vanno votati per cui bisogna stare alla larga da gente che ha già tradito, facendo passare, in combutta con il PD, tutte le leggi che hanno capovolto i principi morali... sono personaggi squallidi, senza faccia, pronti a riunirsi nuovamente e a vendersi al miglior offerente (a chi offre la miglior poltrona). Ricordiamo, tanto per essere precisi, gente come la Lorenzin, il Lupi (quello dei rolex), Gabriele Toccafondi, l'ex cameriere di Denis Verdini, quello che, per essere "à la page", ha scoperto la pedofilia di don Milani, Fitto che, insieme alla Carfagna, non manca occasione per affermare che le "conquiste civili" (leggi criminali come l'aborto!) non verranno toccate, Tosi, l'ex leghista che si battè, insieme ai comunisti, per distruggere il centrodestra a Verona...
Occorre essere realisti e puntare dunque a vincere, per questo, pur apprezzando la testimonianza, ad esempio, del PDF (Partito della Famiglia) in cui sono confluite tante persone buone che si sono battute in difesa della vita e che ha visto anche lo sforzo coraggioso di Mario Adinolfi, riteniamo di non votarlo, considerando "voto inutile".
Quanto invece alla "falsa destra" di CasaPound sarà bene precisare, con fermezza, che quel partito va messo alla stessa stregua della "Strega" Bonino in quanto nelle dichiarazioni, più e più volte rilasciate dai suoi caporioni, si legge che "l'aborto deve essere gratuito e fatto nelle strutture ospedaliere" e che "l'eutanasia non è un delitto ma un diritto"... salvo poi annacquare il tutto nel programma come la dichiarazione di essere contrari all'utero in affitto... come se questo giustificasse l'ammissione di un crimine odioso verso l'essere più indifeso: il nascituro, fatto a pezzi, con l'aborto.
Discorso diverso con "Forza Nuova" di Roberto Fiore che, a parte nostalgismo, sui principi morali non ha mai ceduto. Ma anche questo sarà un "voto non utile"...
Il centrodestra vede la Lega Nord e Fratelli d'Italia (ripetiamo ogni formazione politica è lontana dai nostri ideali!) che hanno votato contro leggi come il "divorzio breve", il matrimonio sodomitico, il gender etc. e che si battono contro l'islamizzazione della società.
Lo stesso non si può dire di Forza Italia che ha lasciato nelle votazioni "libertà di coscienza" e così, tra assenti e favorevoli, molti parlamentari forzisti si sono resi complici del varo di dette leggi (va dato il voto solo alla presenza di persone che si conoscono).
Pertanto il nostro invito è quello di votare comunque la coalizione di centrodestra dando la preferenza a persone che si sono distinte nella "difesa della vita dal concepimento alla morte naturale"... scegliendo preferibilmente Lega e Fratelli d'Italia.
Possiamo dire con Francesco Agnoli che, in un suo articolo sul quotidiano "La Verità" chiosa a proposito del voto cattolico utile:

"Non la scelta perfetta (è mai esistita?), ma una scelta realistica, già sperimentata ai tempi di Papa Pio X ma, pur con meno ufficialità ed evidenza, anche nell'era di Camillo Ruini, quando la CEI si schierò di fatto contro la sinistra sia in occasione del referendum del 2005, sia nel 2007 quando il primo Family day contribuì a far cadere il governo Prodi. In entrambi i casi la Chiesa Italiana agì in pieno accordo con Papa Benedetto XVI".

Una nota finale che mi sento di dover fare. A Roma la mammana Emma Bonino, messa in lista grazie allo pseudocattolico Tabacci, ha il primo posto in lista per il centrosinistra opposta a Federico Iadicicco (Fratelli d'Italia) per il centrodestra a cui va il nostro pieno sostegno. Per questo raccomando agli amici romani questo nome che, oltre tutto, ha anche il sostegno del Family Day (insieme ad altri cattolici come Attilio Fontana (in Lombardia) e poi Gaetano Quagliarello, Olimpia Tarzia, Eugenia Roccella, Simone Pillon.
In Toscana abbiamo due cari amici che, da tanti anni si battono in difesa per la Vita al nostro fianco, GIOVANNI DONZELLI (Fratelli d'Italia) candidato per il centrodestra nel Collegio di Firenze alla Camera e LORENZO GASPERINI (Lega Nord) candidato per il centrodestra alla Camera per Livorno-Pisa-Poggibonsi. Non limitatevi a votarli ma fateli votare.
Insomma, amici lettori, domenica, in giornata, rechiamoci a depositare la nostra scheda nelle urne e diamo lo sfratto a Renzi e a tutta la sua Banda!

 Pucci Cipriani