mercoledì 10 gennaio 2018

Lecca-lecca Papa Francesco

Ricordo il libro: "Fiori per io" del 1980 di una giornalista di Destra che a me, allora, piaceva moltissimo, si chiamava Gianna Preda e scriveva sul settimanale "Il Borghese" un settimanale che acquistavo ogni sabato. Racconta la Preda di quando era bambina e, insieme ai compagni, giocava in un giardino della sua Bologna: veniva disegnato in terra, con un gessetto, la sagoma grande di un uomo, quindi venivano sorteggiati, a turno, i partecipanti e, ciascun bambino, doveva scegliere una parte anatomica del disegno da "offrire al Duce". E iniziavano così: "Io al Duce gli do' il cuore" e il secondo: "Io al Duce gli do' la testa" (e con una X cancellavano quella parte anatomica) e così via... Ormai - narra la Preda - tutti i pezzi erano esauriti e rimanevano soltanto le parti "dove non batte il sole" e all'ultimo bambino, un morettino, che l'autrice crede di identificare in Renato Zangheri, il futuro Sindaco di Bologna, non resta che esclamare "Io al Duce ci do' il culo"... E questo suscita la reazione di un anziano pensionato, seduto su una panchina, che interviene: "Ci mancherebbe altro che glielo dessi anche tu... già gliel'hanno dato in tanti!"
Mi è tornato alla mente quest'episodio quando ho visto, di fronte a una vetrina, una mamma che aveva per mano la sua bambina che accennava la vetrina dove erano esposti tanti lecca-lecca giganti raffiguranti Papa Francesco con un cartello "Lecca-lecca Papa Francesco" con preghiera allegata Euro 4.
In quel preciso momento avrei voluto dire alla bambina - parafrasando il Morettino, amico della Gianna Preda - "Non fartelo comprare... ci sono già abbastanza che lo leccano".
Ecco, con questo esempio, io vorrei spiegare la Papolatria. Da quando è salito al Soglio Pontificio il Papa "venuto dalla fine del mondo" c'è stata una metamorfosi della grande stampa italiana (e delle TV) e anche in parte della così detta "politica". Da una posizione di attacco frontale al "Papato", e in particolare alla persona di Benedetto XVI, all'esaltazione di Bergoglio... fin dal primo momento. Finalmente - dicono - un Papa che non va contro il mondo ma è il "Papa del mondo" quello che, in poco tempo, ha dato un calcio alla "forma" e ha riportato anche nei riti, nell'abbigliamento, nello stile (diceva Buffon: "Lo stile è l'uomo") al Sessantotto. Un Papa che finalmente, dicono i giornalisti in servizio permanente effettivo del Mondialismo Massonico, ha lasciato il trionfalismo e ha rifiutato mozzetta e stola, un Papa che telefona a destra e a sinistra fino a diventare molesto, un personaggio che non vuol esser chiamato Papa o Pontefice ma semplicemente "Vescovo di Roma" e che disdegna i Palazzi pontifici, per vivere alla Locanda Santa Marta, per "controllare meglio i suoi nemici", un "Vescovo di Roma" che, con ostentazione si rifiuta di inginocchiarsi davanti al Tabernacolo con il SS. Sacramento, ma che si inginocchia davanti agli uomini, un Papa che non benedice facendo il gesto della croce ma facendo mille altri gesti e che, con la stessa ostentazione con cui non si inginocchia di fronte alla Presenza reale del Cristo, si rifiuta di salutare con "Il sia lodato Gesù Cristo" o con il francescano "Pace e bene" preferendo il "buon pranzo", un Papa che, pur avendo a disposizione schiere di guardie del corpo e valletti, nei viaggi si fa riprendere con una borsona alla Mary Poppyns, con gli scarponi alla zampognara e i pantaloni che escono dalla veste bianca trasparente, da cui si intravedono pantaloni o braghe.
Ma attenzione se è vero che, in un primo momento Bergoglio era chiamato "Totò", subito dopo il nomignolo è stato tramutato in "Dionigi", alludendo al tiranno Siracusano.
Bergoglio trova subito il suo dotto Eginardo (colui che cantò le gesta: "Gloriosissimi imperatoris Karolis Magni") nella figura di Eugenio Scalfari che diventerà il suo biografo, il giornalista di riferimento, il suo confidente, il suo amico, per cui quando qualcuno vuol sapere notizie sulla situazione della Chiesa si rivolge direttamente al fondatore di "Repubblica", ateo e anticlericale, al quale detterà, in contrapposizione all'insegnamento dei Sommi Pontefici, ribadito fermamente da Benedetto XVI il suo "Manifesto del Relativismo": "Ciascuno di noi ha una sua visione del bene e del male. Noi dobbiamo invitarlo a procedere verso quello che lui pensa sia il bene".
Insomma inizia il "Magistero bergogliano" che vede nell'episodio dell'adultera un "Gesù che fa un po' lo scemo" e che ha mancato contro la morale. E alle domande dei giornalisti, in aereo, dopo i viaggi, risponde a braccio... e quando gli chiedono l'atteggiamento della Chiesa verso gli omosessuali, riferendosi al suo nuovo collaboratore Mons. Ricca messo ai vertici dello IOR risponde: "Chi sono io per giudicare un gay?" guadagnandosi, nel 2013, la nomina a "uomo dell'anno" dalla rivista storica del Movimento omosessuale americano "The Advocate" che lo ritrae in copertina con la scritta virgolettata "Chi sono io per giudicare un gay?"
Sdoganata l'omosessualità con gioia di tutte le gazzette eccotelo con quella sublime enciclica con le nuove norme dettate ai cristiani per meritare il paradiso: la salvezza degli aracnidi e dei serpentelli, la raccolta differenziata della spazzatura, il risparmio energetico, insomma bando all'"Angelo di Dio" e al "Pater Noster", l'importante è un pensierino sul surriscaldamento del pianeta (nel Nord America, guarda caso, il termometro è sceso a -40) ...
E poi - a proposito di spazzatura - ecco l'assemblea fatta in Vaticano, promossa dal Pontificio Consiglio di Giustizia e Pace, dei Movimenti Popolari mondiali, che tradotto in italiano significa l'incontro con i delinquenti "rossi" mondiali rivoluzionari. Tanto che gli "educandi" del centro sociale "Leoncavallo" - dove si consuma e si spaccia droga - sono entusiasti di Francesco che ha detto loro: "Andate e portate a termine la vostra opera", ovvero, riprendete in mano le chiavi inglesi e andate ad aprire, come cocomeri di Rassina, le teste dei "Benpensanti" definiti - tout court - "Fascisti"... insomma - chiosa Rep.it del 24 agosto 2014 - "Il Leoncavallo si dice vicino all'attitudine del nuovo pontefice, che ha riportato il cristianesimo al suo messaggio originario" (Ipse dixit).
Ma se un Pontefice non mostra qualche esempio da seguire che Pontefice è? E allora Bergoglio esegue diligentemente il suo compito. Non ci presenta San Pietro o San Paolo, San Giovanni Bosco o Santa Caterina da Siena, Santa Maria Goretti o San Doemnico Savio... gente anacronistica e fuori dal mondo. No gli esempi e (testuale) "le persone da seguire" sono i radicali Marco Giacinto Pannella ed Emma Bonino.
A tessere le lodi di Marco Pannella, il padre del divorzio, dell'aborto, della droga libera e dell'eutanasia, inizia un personaggio che, nella sua comicità, ha del tragico, e risponde al nome di Federico Lombardi, l'allora Portavoce vaticano, che dichiara: "Lo ricordo con stima e simpatia, pensando che ci lascia un'eredità umana e spirituale importante (...) di impegno civile e politico religioso, per gli gli altri e in particolare i deboli e i bisognosi di solidarietà".
Poi Monsignor Paglia, di fronte al quale perfino Lombardi diventa un gigante del pensiero, durante una bisboccia nella Comunità Cattocomunista di S. Egidio si rivolge all'agonizzante figuro radicale con queste parole: "Ti do' un abbraccio di cuore e ricordati che abbiamo tutti bisogno di te"... Inutile poi sottolineare come il chiacchieratissimo Mons. Paglia - uno dei pezzi da novanta della "squadra" bergogliana insieme a Mons. Bruno Forte, mons. Semeraro e mons. Becciu - sia stato incaricato dal Papa di "distruggere" l'Istituto Giovanni Paolo II per gli Studi sulla Famiglia mettendo alla porta Mons. Melina espressione "reazionaria" della Curia Woytilo-Ratzingeriana.
Ma Francesco è andato oltre nella "beatificazione" della mammana Emma Bonino - la quale, tra l'altro, pubblicamente si è vantata di aver eseguito, con una pompa da bicicletta oltre diecimila aborti: "il prodotto abortivo (i corpicini dei bambini tritati, n.p.c.). dichiarò a suo tempo la mammana, veniva poi messo in un vasetto di marmellata... "ed era questo un motivo per farsi quattro risate ed abbassare così la tensione" - invitandola in Vaticano, nella Sala Nervi, in mezzo a seimila bambini, a pontificare e, affermando, poi, "mi dicono che è gente che la pensa in modo diverso da noi. Vero. Ma bisogna guardare alle persone, a quello che fanno". (Forse a Bergoglio era sfuggito il particolare dei diecimila aborti fatti dall'"Orchessa").
Poi, dopo un viaggio a Cuba, quattro salamelecchi al satrapo comunista Fidel Castro, un "calcio nel sedere" ai dissidenti cattolici castristi - i quali portavano, e portano tuttavia, sui loro corpi e nei loro cuori, i segni delle torture dell'inumano regime rosso dell'Isola Caraibica - che Bergoglio non volle neanche incontrare; le polemiche in diretta tra il Papa e il candidato repubblicano alle elezioni americane Donald Trump (qualcuno azzarda l'ipotesi che la campagna elettorale dell'ultraabortista e guerrafondaia Hilary Clinton, detta "La Cagna", sia stata sovvenzionata anche dal Vaticano), la sua politica filoislamica per cui, affermò "L'Europa deve molto all'Islam"... come se a Lepanto e a Vienna non fosse stata fermata, dalla Cristianità, l'invasione della barbarie della Mezzaluna. E ancora il silenzio di Bergoglio sulle persecuzioni islamiche (silenzio assoluto anche sul genocidio dei cattolici nigeriani), i suoi comizi "boldriniani" - l'ultimo la notte del S. Natale di quest'anno - in cui viene politicizzato in senso pauperistico il Messaggio evangelico... e ancora la negazione che ci siano dei "principi non negoziabili", come invece affermò SS Benedetto XVI, a schiena diritta, di fronte a Giorgio Napolitano, che aveva varcato, con baldanza arrogante, le soglie vaticane, nella speranza di poter fare "abbassare la guardia" sui principi etici... Infine la difesa bergogliana di quella sorta di "Associazione a delinquere" che le ONG, le cooperative rosse e la Caritas, hanno messo in piedi per lo sfruttamento degli immigrati che - apprendiamo dalle intercettazione di "Mafia Capitale" - rendono assai più della droga.
Ma la svolta vera e propria doveva avvenire con la "Amoris Laetitia" il documento pontificio, imposto "manu militari", da Bergoglio - nonostante le votazioni contrarie allo schema presentato - con il quale si cambia la Dottrina e quindi la Fede cattolica legittimando il divorzio con l'inganno levantino: "La dottrina non cambia: cambia la pastorale"... mandando al diavolo il "principio di non contraddizione!". Tuoni e fulmini sui cardinali che hanno presentato al Papa i "dubia" ovvero la dimostrazione teologica - il Santo Padre, con diploma di perito chimico, non sembra molto ferrato in teologia - delle eresie contenute nel documento.
Il più grande filosofo cattolico vivente, Robert Spaeman, amico personale di Benedetto XVI, ebbe, allora, ad esclamare: "Anche nella Chiesa c'è un limite di sopportabilità".
Naturalmente i "media" - contrarissimi a Ratzinger che giunsero a veri e propri "linciaggi morali" nei confronti del regnante Pontefice - esultano per Bergoglio, ne tessono le lodi giornalmente e, a lui, innalzano peana e gl'incensi laici... nelle trasmissioni televisive di Fazio, Barbara d'Urso, Chiambretti e via contando è lui, Bergoglio, l'eroe che, finalmente, ha "reso moderna la Chiesa", ha "vinto il bigottismo", ha "aperto ai gay e ai divorziati" ha lasciato dietro le spalle le "anacronistiche condanne" e - grazie alla sua parola magica, la "Misericordia" (che non si sogna neanche di coniugare con la giustizia) - sembra voler abolire - tout court - anche il peccato. E oltre a Scalfari, la maggior parte della stampa lo incensa, il "Corriere della Sera" lo adora, la "Stampa" lo venera, "Il Fatto Quotidiano" addirittura vede nel papa argentino il proprio eroe rivoluzionario e ne pubblica i libri, considerandolo l'ideologo più accreditato della Sinistra. Alba Parietti, Benedetto Della Vedova, Lerner, Mentana, e il circo equestre mediatico-politico sarebbero pronti a dare la vita, qualora ce ne fossero due o tre, per un "papa che finalmente ha cambiato la Chiesa e ha capito che deve marciare con i tempi".
I partiti di sinistra, di centro e perfino qualche personaggio di certa "falsa destra" vedono in Bergoglio l'alfiere dei "Diritti civili" ovvero di tutto cio' che - si sarebbe detto un tempo - "tira" ovverosia piace ed è fatto lecito come: "Semiramis lussuriosa che libito fe' lecito in sua legge" per cui l'Argentino, proprio dopo che venivano rese note le condanne degli orchi "rossi" del Forteto, ovvero i fondatori e i dirigenti - tutti ex alunni o seguaci ed estimatori di don Milani - della Cooperativa comunista dove venivano resi schiavi, torturati e violentati i bambini, "carne fresca" inviata agli orchi dal Presidente del Tribunale dei Minori di Firenze e grande amico di don Milani, Giampaolo Meucci, non ha esitato ad andare a Barbiana e tentare una sorta di Beatificazione di don Milani dove erano invitati tutti: i sacerdoti della diocesi, gli ex alunni di don Milani... ma non il Comitato delle Vittime del Forteto, per paura che qualcuno di loro rivelasse fatti incresciosi del rapporto don Milani (milaniani) Forteto.
Al "lecchinaggio" laico va aggiunto il lecchinaggio scontato dei "cattocomunisti" e quello di preti e vescovi che, pur criticando in privato l'Argentino, hanno capito come, per evitare grane e vivere felici e contenti, occorra adeguarsi ai tempi e hanno scoperto, anch'essi, l'arte del lecca-lecca, la "Papolatria": così abbiamo visto, ad esempio, adeguarsi il Patriarca di Venezia e abbiamo visto anche l'arcivescovo di Firenze, il Cardinale Giuseppe Betori - e Dio sa quanto ce ne dispiaccia -, scavalcare "a sinistra" (se così si puo' dire) lo stesso Bergoglio e cedere ai musulmani (in combutta con l'imam Ezzedin, il Sindaco pidiota Nardella, quello della rossa Sesto Fiorentino e l'ancor rosso Rettore dell'Università fiorentina) il terreno fabbricativo (venduto a un prezzo stracciato), che era stato donato dai fedeli cattolici per costruirvi una chiesa, all'Imam Izzadin, per costruirvi una Moschea, dopo quella di Firenze... sembra che lo stesso Izzadin, per paura di essere delegittimato dai suoi correligionari seguaci di Allah e del Profeta, abbia pregato Betori di moderarsi, nel suo abbraccio all'Islam, altrimenti "crederanno che Lei sià più musulmano di noi"...

"La sensazione (è) - commenta Marcello Veneziani sul suo Blog - che un Papa estroverso (Francesco) lasci scappare le sue pecore dall'ovile senza portarne di nuove a casa: Per dirla con Flaiano è un Papa che rischia di finire non in odore di Santità, ma in odore di pubblicità. Forse non si addice a un Papa essere acclamato da "Time" e dai media "personaggio dell'anno". Chi è missionario dell'eterno non può essere ridotto, in un corso accelerato di secolarizzazione, a star mediatico dell'anno".

Mi fa ridere Marcello Veneziani... ma gli pare che i pretoriani di Bergoglio, i suoi "sinistri" consigliori - tra cui spicca il gesuita padre Spadaro - pensino a queste bazzecole? Mica si chiamano Marcello Veneziani che quando al "Giornale" ha visto che non era più gradito dalla cricca sinistra di Berlusconi - dopo la svolta gay del satrapo puttaniere arcoreo - se ne andò dignitosamente da quel quotidiano felice di aver mantenuto le proprie idee e la propria libertà!
"Bergoglio è lì messo dalla "mafia di San Gallo" scrive nel suo libro: "Il Papa Dittatore" Marcantonio Colonna... e lì ci vuol rimanere e guai a chi lo tocca...
I Cardinali gli presentano i "dubia" e indicano le eresie contenute nell'Amoris Laetitia? Manco gli risponde... Anzi inizia l'epurazione a suon di randellate (per il momento soltanto virtuali) epurandoli... il Cardinal Sarah critica il "carnevale liturgico"? Gli manda alla Congregazione una banda di personaggi ultrarivoluzionari, capeggiati da Claudio Maniago, ex coadiutore dell'arcivescovo di Firenze ("La Messa va trasformata in una sala di regia" affermava a Firenze... ai tempi dello scandalo della Regina della Pace) e poi lo umilia, come avrebbe fatto il peggiore dei dittatorelli sudamericani, pubblicamente... Toglie il cardinal Burke dalla Segnatura Apostolica e gli concede la carica onorifica di Protettore dei cavalieri di Malta... poi lo toglie anche di lì commissariando l'Ordine degli stessi Cavalieri. Ma il suo capolavoro è stato la distruzione, fatta a sangue freddo, giorno dopo giorno, dell'unico Ordine fiorente nella Chiesa... un Ordine che aveva un fiorire incredibile di vocazioni, sia nel ramo maschile che in quello femminile, i Francescani dell'Immacolata; una vicende infame che la storia ricorderà con i nomi e cognomi degli artefici del misfatto.
Bergoglio, che sembra una pasta d'uomo, quando si irrita - d'altra parte, come lui stesso ha rivelato, è stato un cura per alcuni anni da una psicanalista ebrea - diventa un vulcano in eruzione, non accetta che si metta in discussione il suo "Verbo", si lega al dito il nome di chiunque sia non solo un "Cattolico fedele alla Tradizione" ma anche il nome di chi gli sta vicino o sia in odore di "tradizionalismo" e addirittura afferma che: "Vi sono anche le resistenze malevole che germogliano in menti distorte e si presentano quando il demonio ispira intenzioni cattive" ... Lo zio Adolfo, o "Beppino" Stalin non avrebbero detto diversamente.
I suoi "nemici" sono, ad esempio, i militanti Pro Life, che hanno, criticato il suo endorsement alla "eutanasia nascosta" nella legge sul testamento biologico, sono coloro che sono contrari a un'invasione islamica della loro Patria e che si oppongono - interpretando l'aspettativa della gran parte dei cittadini cattolici italiani - alla legge JUS SOLI che vorrebbe dare indiscriminatamente la cittadinanza italiana, a tutti quelli che arrivano in Italia... legge abbandonata perfino dai pidioti ma rivendicata dalle truppe cammellate bergogliane...
Insomma mentre Galantino, il Segretario della CEI a cui "fanno schifo e provocano disgusto i volti di coloro che sgranano rosari davanti agli ospedali dove si pratica l'aborto", pensa ai "pro life" iniziando nei loro confronti una sorta di persecuzione tanto feroce quanto stupida (usa come Pasdaran il Presidente del Movimento per la Vita Gianluigi Gigli, un vecchio trombone, rottame montiano, parlamentare uscente e che quindi dovrà dare l'addio allo stipendio... ma che spera, ora, in qualche carica forse promessagli dallo stesso Galantino, dopo aver inviato una lettera all'associazione MpV - in cui, tra l'altro, militano ottime persone - invitando non solo a boicottare la grande Marcia per la Vita che si terrà a Roma a maggio... ma ordinando anche di "evitare", e mettere nel ghetto degli intoccabile, personaggi, di cui, tra l'altro, fa nomi e cognomi, accusati di non essere "bergogliani doc"... Insomma una vera e propria lista di proscrizione.
Ora sembra che, come del resto fanno tutti i dittatori, in Vaticano ci si appresti a formare una sorta di Corpi di Polizia Speciale: l'OVRA (Opera Volontaria Repressione Antibergoglio) di cui potrebbe prendere il comando Massimo Introvigne, l'ex guardia del corpo di Mons. Lefebvre e caporione dell'allora "Alleanza Cattolica", già distintosi nella persecuzione dei Francescani dell'Immacolata e nella "censura" - insieme al prete guerrigliero Leonardo Boff - allo scrittore Vittorio Messori, reo di aver criticato - seppur sommessamente e cautamente - il Vescovo di Roma.
A capo dell'altro Corpo di Polizia Speciale, ovvero la GAYSTAPO, potrebbe andare il giornalista Andrea Tornielli, un linguacciuto personaggio detto "Il Formichiere" che, tornando all'episodio dell'incipit descritto da Gianna Preda, avrebbe forse scelto anche lui di "dare al Duce del momento" quella parte anatomica... se ne fosse stato costretto naturalmente; un personaggio, il Tornielli, adatto a difendere, usando ogni mezzo, dalla delazione alla calunnia, l'opera del "Conducator argentino" se è vero che "è l'aratro che traccia il solco ma è la spada che lo difende".


Pucci Cipriani

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