lunedì 31 luglio 2017

Tradizionalisti in piedi! No alla "Normalizzazione!"

Quello che più mi angoscia e mi fa ancor più paura della Rivoluzione, dell'apostasia di vescovi e preti, della viltà del clero (le eccezioni si contano sulle dita di una sola mano) è la "rassegnazione" o, meglio la normalizzazione, e mi spiego: ormai da oltre cinquant'anni le persone della mia età, almeno quelle che hanno scelto la "battaglia" per conservare la Fede e la Dottrina di sempre, si stanno battendo contro i disastri del Concilio Vaticano II, quello che il rosso Cardinale Suenens ebbe a definire con orgoglio: "il Sessantotto della Chiesa"... da allora è stato un crescendo: dalla distruzione delle chiese e degli altari, all'abbattimento delle balaustre e degli amboni, alla vendita ai rigattieri di casule, paramenti, reliquiari antichi, inginocchiatoi, coltri candelieri di ogni tipo... il clero, che intanto aveva gettato la tonaca alle ortiche, era ed è preso come da un odio feroce verso tutto ciò che parlava e tuttavia parla del passato, della Tradizione, delle glorie della Chiesa, un odio che è stato trasmesso, nei seminari modernisti — ed è stata una delle poche cose trasmesse a questi ragazzotti venuti su a merendine e nutella, spinti più dal sentimentalismo che dalla "Chiamata" — mancando ormai la Fede, la cultura, la preparazione e, soprattutto lo zelo e la sollecitudine pastorale...
Vedo nella mia Firenze, che ha antiche tradizioni di "lotta" per la conservazione della Messa di sempre e per la Tradizione, quanto ci manchino i personaggi di un tempo: e non mi rifò soltanto a Papini, Giuliotti, Tito Casini, l'autore de "La Tunica Stracciata", il libro che suonò la Diana per chiamare a raccolta i fedeli che vedevano i modernisti all'opera nel "cambiare con la liturgia la Fede" (non si distrugge la "lex orandi" senza distruggere la "lex credendi") , e poi il Conte Capponi ( portammo, con il Conte Capponi e la professoressa Liliana Balotta, Mons. Marcel Lefebvre a Firenze tre volte, nel 1970, per la prima volta... e poi ancora due volte, con il Convegno su "La messa di Lutero" e il Pontificale nella Arcibasilica di San Lorenzo) , il padre Tito S. Centi, uno dei più grandi teologi, onore dell'Ordine Domenicano, il padre Innocenzo Colosio, OP, don Ivo Biondi, il padre Raniero Sciamanini OFM, Domenico Magrini, il non dimenticato autore del libro: "Don Milani trame sinistre all'ombra dell'altare", Adolfo Oxilia e Mons. Luigi Stefani, il sacerdote Dalmata ex Cappellano Militare della Tridentina, Cappellano della Ven. Confraternita della Misericordia, docente e scrittore, forse la figura più popolare della Tradizione cattolica in Firenze e che assicurò ai fiorentini la celebrazione della Messa Tridentina nell'Oratorio della chiesa della Misericordia, e, più recentemente, il padre Serafino Lanzetta, eroico, con la sua rivista "Fides Catholica" che va a saldarsi con la "Rivista di Ascetica e Mistica" (Diretta fino a metà degli anni Settanta da p. Tito S. Centi) e "Controrivoluzione" che esce ancora, come organo ufficiale dell'ANTI 89, diretto dal sottoscritto, e insieme al p. Lanzetta anche Ascanio Ruschi, con il quale ci battemmo per i francescani dell'Immacolata perseguitati da Roma — e, segnatamente, dallo stesso Bergoglio — perché avevano una "regola troppo rigida" ed erano rimasti fedeli alla Tradizione e alla S. Messa in rito romano antico, la Messa di sempre e di tutti.
Insomma Firenze aveva una antica tradizione di "Resistenza" che, come accennato, si rifaceva proprio al Cristianesimo dei "Cattolici belva": Papini, Giuliotti e Tozzi con la sua rivista "La Torre". Se Firenze fu la sede della contestazione ecclesiale (don Mazzi, don Milani, don Gomiti e tutti gli altri rigurgiti della "fogna sessantottarda") fu anche una città che seppe opporre Resistenza all'eresia neomodernista e, seppur in una battaglia impari, i "rossi contestatori" non ebbero vita facile.
Ricordo addirittura la contestazione — con grande scandalo dei cristianucci "moderati" — al film blasfemo “Jesus Christ Superstar”, davanti all'Odeon e al Gambrinus… e un gruppo di fiorentini che, con il sottoscritto, partecipò anche alla "contestazione" della "Prima" a Roma (CLICCA QUI) e, a Venezia, nel 1990, la Via Crucis di riparazione — con l'abbé Emmanuel du Chalard, il Marchese Luigi Coda Nunziante, Paolo Baroni, Guido Vignelli e anche il sottoscritto — in piazza San Marco, per il film "L'ultima tentazione" di Martin Scorsese ... fino alla Messa di riparazione di qualche anno fa in Ognissanti per lo spettacolo osceno e blasfemo di Castellucci, con la S. Messa , in una chiesa gremitissima di fedeli, e la veglia di preghiera.
I cattolici "tradizionalisti" fiorentini sono sempre stati in prima linea. Ora si vive la "normalizzazione" che sarebbe un po' come l'Ordine Napoleonico. A Firenze — e forse molti non lo ricordano — se si è ottenuto la S. Messa in rito antico lo si deve a Mons. Marcel Lefebvre e alle nostre battaglie, e recentemente anche grazie al motu proprio di Papa Benedetto XVI (e le conseguenze per questo suo coraggiosissimo gesto sono sotto gli occhi di tutti!) non alla benevolenza altrui... e quando le gerarchie hanno accordato la S. Messa non l'hanno fatto per amore della Tradizione ma, semplicemente, nella speranza di "ingabbiare" il dissenso, quello vero, di quei cattolici che, pur riconoscendo il Papa, non si sentono di abbracciare l'eresia e lo "gridano sui tetti"... e questo non piace alle gerarchie moderniste, ma neanche ai benpensanti, ai borghesucci. Ho constatato amaramente l'altro giorno che al Rosario pubblico per Charlie, in piazza SS. Annunziata di fronte alla Ruota degli Innocenti, prima che venisse assassinato il bambino inglese, eravamo in nove — dicesi nove — persone. "Meglio pregare in privato, per non mettere in imbarazzo la Curia"... era il ritornello ricorrente che mi sentivo ripetere telefonando ad alcuni amici (si fa per dire)... per non parlare dei preti così detti "tradizionalisti" sui quali preferiamo stendere un velo pietoso.
In occasione della grande Marcia per la Vita che si tiene a Roma nel mese di maggio sembra ci sia quasi un boicottaggio al pullman organizzato, ormai da sette anni, dall'avvocato Ascanio Ruschi... e molti preferiscono spendere il quadruplo e andarsene a Roma in treno pur di non venire con noi. Mal consigliati? Sappiamo bene cosa vuol dire — anche se ci siamo sempre riusciti — riempire un pullman. Insomma visto che la cosa non viene propagandata neanche nelle chiese dove si celebra la Messa di sempre, viene da pensare che alcuni abbiano paura del "contagio colerico reazionario"... non parliamo poi dei "leoni della tastiera" o dei che vanno allontanati... se si pensa che a far iniziare la "persecuzione" contro i Frati francescani dell'Immacolata furono due ambigui personaggi (un prete e un laico) proveniente da una sorta di Alleanza (ex) cattolica....
E qui chiudo queste mie pacate considerazioni che mi sono venute in mente per fare una brevissima cronaca di un evento meraviglioso, in tutti i sensi, che si è tenuto a Rimini sabato 29 luglio 2017 : la processione di riparazione per il gay pride.
Erano almeno cinquecento i fedeli, radunatisi, la mattina, alle ore 10,30, in via San Giuliano, davanti alla chiesa del Borgo Marinaro dopo il Ponte di Augusto, per partecipare alla processione riparatrice del gay pride, la manifestazione dell'orgoglio pederastico riminese che si è, poi, tenuto sul lungomare, alla presenza della deputata comunista Monica Cirinnà "madrina" della proposta di legge sui matrimoni pederastici votati poi da tutto il Pd, da Cinque Stelle e anche da alcuni deputati del centrodestra come Stefania Prestigiacomo e Nunzia Di Girolamo oltre, naturalmente, ai Quisling in servizio permanente effettivo Lupi e Alfano.
Come ha sottolineato il M.R. don Mauro Tranquillo prima dell'inizio della processione e, come avevano avvisato gli organizzatori del meritorio Comitato "Beata Giovanna Scopelli di Reggio" — ai quali vanno le nostre congratulazioni e il nostro sentito "Dio ve ne renda merito !" — "la processione è una forma liturgica in cui si prega, un atto quindi con implicazioni soprannaturali e lo scopo primario non è quello di sfilare in strada ma fare un'offerta pubblica a Dio in riparazione di uno scandalo (egualmente pubblico). Pertanto l'obiettivo del Comitato non è protestare politicamente contro le così dette unioni civili (che in ogni caso sono da condannare fermamente). L'atto contro natura (che sia commesso in privato o in pubblico e che conduca o no ad "unioni civili" riconosciute dalla legge) è definito dalla Dottrina, senza eccezioni, come intrinsecamente disordinato. Se poi è praticato ed elogiato in pubblico, alla sua gravità intrinseca, si aggiunge quella dello scandalo, cui è opportuno riparare in qualche modo."
Dunque una processione preceduta dal clero — e presieduta dal M.R. don Enrico Doria — dai chierichetti e i ministranti, quindi le suore e i cinquecento fedeli, in massima parte intere famiglie e tanti ragazzi giovani e giovanissimi che durante percorso per le vie del centro riminese hanno devotamente recitato il S. Rosario e le litanie Mariane dei Santi e del Sacro Cuore, cantando, tra un mistero e l'altro, una antica laude che rivendica i "Diritti di Dio sulla Società":

Noi vogliam Dio, Dio nella scuola,

dove si accoglie la gioventù;
qui ancor risuoni la sua parola,
qui sia l'immagine del buon Gesù-

Noi vogliam Dio dov'è la legge,

dov'è la scienza, dov'è l'amor,
dov'è chi giudica, dov'è chi regge
dov'è chi nasce dov'è chi muor.

Come perfino la stampa nazionale ha notato grande è stato il raccoglimento durante tutta la pia manifestazione e i fedeli — che avevano ricevuto la benedizione del Cardinale Raymond Leo Burk e di S.E. Mons. Luigi Negri — si sono raccolti, al termine in preghiera sul sagrato della chiesa di San Niccolò al Porto dove il M.R. don Enrico Doria ha impartito loro la benedizione. Tutto si è svolto — grazie anche all'imepeccabile organizzazione del Comitato "Beata Giovanna Scopelli" e alle Forze dell'ordine (Carabinieri, Questura e Polizia Municipale) che hanno fatto un servizio eccellente — ordinatamente e senza nessuna contestazione.


Pucci Cipriani














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