martedì 3 gennaio 2017

I padri nobili della Controrivoluzione (Editoriale di Pucci Cipriani)

Cui bono? Vale a dir: con quale speranza? Rispondiamo: nulla nell’uomo, tutta in Colui del quale la Cresima ci fece soldati. Costretti a combatter da partigiani — con le intemperanze, possibili dei partigiani — (...) Armati di fede, noi combattiamo e combatteremo, per Israele dentro Israele, per la Chiesa dentro la Chiesa, memori di quelle parole , non veni pacem mittere sed gladium, offrendo a Dio anche questo dolore: di dover guerreggiare contro "nemici" che sono nostri amati fratelli...

Tito Casini : La Tunica Stracciata, Ed. Il carro di San Giovanni, Firenze 1967


Ricorre quest’anno il trentennale della scomparsa dello scrittore cattolico Tito Casini (“Il Virgilio Cristiano” come lo definì Giovanni Papini) e quarant’anni da quando lo scrittore firenzuolino — con la prefazione di un altro “Campione della Fede”, il Cardinale Antonio Bacci, anch’egli dell’Alto Mugello — firmò, nel 1967, La tunica stracciata che fu il primo dei suoi libri contro la “Riforma liturgica” , a cui seguirono altri “libelli di fuoco” che scossero le coscienze dei fedeli e che costarono allo scrittore tradizionalista l’ostracismo da parte del clericalume conciliare.
Lo scorso anno ricordammo con una Santa Messa il sessantennale della scomparsa (1956), a pochi mesi uno dall’altro, di due altri “Padri nobili” (come li definisce il filosofo Giovanni Tortelli) della “Controrivoluzione”: Domenico Giuliotti e Giovanni Papini così come volemmo ricordare i quarant’anni dalla scomparsa (1976) di Cristina Campo, la più importante voce poetica del Novecento, un’eroina nella difesa della Messa in rito romano antico, la Messa di sempre e di tutti.
Questi personaggi, ostracizzati, insultati, traditi, insieme al grande Federico Tozzi, Piero Bargellini, Adolfo Oxilia, Attilio Mordini, Neri Capponi, Carlo Betocchi, Nicola Lisi, Dino Pieraccioni, don Divo Barsotti, hanno rappresentato la gloria e l’onore del cattolicesimo toscano e, fiorentino in particolare.
Ricorderemo questa “Bella Stagione” in un Convegno che faremo, a primavera, a Firenze, con un preciso j’accuse al “neomodernismo” toscano, al cattocomunismo pretino, smascherando anche una sporca e losca operazione che tende a presentare alcuni di questi personaggi come “precursori” o addirittura “laudatori” del Concilio, del pauperismo e del Sessantotto... come sta avvenendo con don Divo Barsotti.
Noi vogliamo rintuzzare ogni attacco alla Chiesa di Cristo e alla nostra Santa Religione e con Domenico Giuliotti vogliamo ripetere oggi:

Da venti secoli sputacchiate il mio Dio. Sono discesi Santi e martiri per frenarvi e convertirvi, con la carità, col sacrifizio, con la bontà, con il miracolo, con la minaccia, con ogni mezzo. Hanno tirato Dio giù dalla croce e voi subito dopo ce lo avete rimesso. Ora vengo io. Forse non ho la forza per ritoglier Dio dalla croce. Ma almeno sputo addosso a chi gli sputa. Non ho riguardi per alcuno. Perché dovrei averne, se non se ne sono avuti per Iddio? Sia filosofo o professore, sia scienziato o politico, sia prete o laico, sia chi vuole, io gli sputo addosso. E non ismetto (...) E rimettiamoci in ginocchio.

Grande Giuliotti!


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